Martedì 5 giugno, martedì 5 giugno… vi dice nulla la data di oggi?
Ma sì, è la giornata mondiale dell’ambiente! E quale occasione migliore di questa, per riportarvi una delle ultimissime scoperte scientifiche in materia di piante ed alberi?Che ci crediate o no, è stato recentemente annunciato dagli scienziati di uno studio condotto alla Aarhus University (Danimarca), contestualmente al Balaton Limnological Institute (Ungheria) che… anche le piante hanno a loro modo un battito cardiaco!
Prima che gridiate al miracolo o allo scandalo – a seconda del vostro temperamento – è bene fare delle precisazioni e spiegare opportunamente il significato di un’affermazione così ardita e apparentemente pseudoscientifica: le piante sono sì sprovviste del cuore così come lo concepiamo noi, ma di fatto sembrerebbero in grado di pompare attivamente la linfa, come a seguito di una lentissima, profondissima pulsazione.
Per pervenire a questa scoperta, i due gruppi di studiosi hanno eseguito una serie di meticolose misurazioni su decine di specie di piante ad alto fusto servendosi di una forma di scansione laser solitamente impiegata per calcolare le altezze delle costruzioni edili. Le condizioni dell’ambiente dovevano essere ben precise: totale assenza di luce artificiale e di vento. I risultati registrati nell’arco della nottata hanno rivelato inconfutabilmente che le fronde degli alberi subiscono ad intervalli regolari di circa 3 o 4 ore un’apprezzabile oscillazione verso l’alto e verso il basso, e che questo movimento non deriva dai movimenti dovuti all’alternarsi di luce e oscurità. Gli effetti più sbalorditivi di tale esperimento sono stati osservati su una pianta di magnolia, le cui fluttuazioni sono state maggiori di 1,5 cm ad ogni “battito”.
Con il corroborarsi di questa nuova teoria, si apre alla comunità scientifica un nuovo, affascinante sentiero, che potrebbe stravolgere completamente la nostra attuale conoscenza sulla vita delle piante. C’è già chi ipotizza che questo pompaggio attivo della linfa, che permette all’acqua e ai nutrienti di raggiungere diverse sezioni del fusto e dei rami attraverso una ben sincronizzata variazione di pressione, sia dovuto ad un ingegnoso sistema naturale avente il vantaggio di portare ad un dispendio energetico inferiore rispetto a quello necessario per una singola, massiccia risalita lungo tutto il fusto.
Altri, a sostegno di quelle che (solo per il momento) sono solamente delle timide affermazioni, suggeriscono che il cosiddetto “cuore” delle piante, ossia la pompa che consente questi impulsi modulati della linfa, sia costituito da quella membrana interna vegetale che è lo xilema: queste minuscole cellule, contraendosi come spugne, potrebbero essere proprio il motore di questa semplicissima, meravigliosa macchina naturale.
Il mondo è sempre più complesso di quanto sembri, e non bisogna mai dare per scontato ciò che appare ai nostri occhi. Non dimentichiamolo proprio oggi.
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