Chiusi 125 negozi nei prossimi tre anni
Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: “Still – Macy Gray”
Lo shopping online: croce per i competitors fisici e delizia per i consumatori più pigri.
Questa volta, a sentirne fortemente l’impatto penalizzante è il colosso dei grandi magazzini americani Macy’s, che annuncia la chiusura di 125 dei suoi punti vendita, quelli che in seguito ad analisi di mercato verranno definiti i meno in grado di attirare clientela e produrre profitti, entro soli tre anni.
È questa, non solo per Macy’s ma in generale per tutti i grandi centri magazzini nati negli States, un’implicita resa di fronte ad un fenomeno globale che nasce circa un ventennio fa: l’e-shopping.
Mandante di questo omicidio privo di spargimento di sangue è Amazon, la più grande azienda di commercio elettronico al mondo, che con una scelta di prodotti direttamente proporzionale ai loro costi contenuti ha sbaragliato la concorrenza online e rivoluzionato per sempre il modo di fare shopping, rendendo obsoleti i negozi fisici.
Facile comprendere le motivazioni dell’ampio successo riscosso da questo innovativo modo di fare acquisti: principalmente, comprare su Internet è sinonimo di risparmio di tempo; inoltre permette di confrontare in pochi istanti, decine e decine di prodotti. Un negozio online è inoltre aperto 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, senza restrizioni imposte da orari di apertura e chiusura.
Ma non è sempre tutto oro quel che luccica, e quest’antico detto è facilmente sovrapponibile alle modalità di e-shopping. Infatti, a differenza di ciò che succede per l’acquisto fisico di un prodotto, anche lo shopping via Internet è oggetto di alcune limitazioni: ad esempio, i costi di spedizione, soprattutto per gli articoli a basso costo, risultano essere anche maggiori del loro prezzo effettivo; senza contare l’impossibilità di toccare con mano un prodotto o di riceverlo nel momento stesso dell’acquisto.
Nonostante l’indubbia comodità dell’acquisto da casa, la solida struttura di molti grandi magazzini permetterà loro di sopravvivere. Per quanto riguarda Macy’s, il suo piano di chiusure definitive si tradurrà nel taglio di circa 2.000 posti di lavoro, anche se decide di non eliminare del tutto la propria tradizione di store fisico, attraverso la riprogettazione dei suoi attuali negozi, riducendone gli spazi. Trend che prende piede in modo sempre più preponderante tra molti big del retail: infatti anche H&M sta valutando l’ipotesi di trasformare i propri punti vendita in hub logistici per agevolare la consegna, il cambio ed il ritiro degli acquisti effettuati in rete, sfruttando lo spazio dei propri immobili invece di limitarsi a chiuderli.
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