Una delle malattie neurodegenerative più tristemente note è l’Alzheimer, un processo dovuto all’accumulazione nel cervello di sostanze tossiche quali la cosiddetta “proteina tau”.
Giunge però dalla Lewis Katz School of Medicine della Temple University di Philadelphia una scoperta che potrebbe ribaltare le sorti di questo diffusissimo morbo, ed il merito di un simile risultato lo si deve ad un nostro compatriota: lo studioso Domenico Praticò ha infatti individuato un’altra proteina, denominata VPS35, che sembrerebbe capace di individuare e rimuovere le biomolecole difettose o nocive per l’attività cerebrale. Come spiegato dallo scienziato:
Questo studio chiarisce il suo ruolo nella omeostasi di tau attraverso il sistema di smaltimento dei rifiuti cellulari. Particolarmente interessante in questo studio è la dimostrazione che una piccola molecola (TPT-172) può ristabilire la funzione normale di VPS35.
In poche parole, la realizzazione di farmaci in grado di stimolare e potenziale le funzioni di questa sorta di spazzino molecolare si tradurrebbe in un bloccaggio a tutti gli effetti della malattia, in quanto la proteina impedirebbe l‘accumulo di sostanze dannose del cervello spostandole in tempo negli appositi siti di degradazione delle cellule disfunzionali.
Diremo finalmente addio all’Alzheimer?
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