L’Italia è appena divenuta protagonista di una svolta davvero storica nell’ambito della medicina: grazie agli studi condotti su 92 pazienti dalle eccellenze sparse in tutta la nazione e concentrate nel Centro Nazionale per la Ricerca su HIV/AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), sotto la guida dell’immunologa Barbara Ensoli, è stato creato il vaccino TAT!
Si tratta di un traguardo davvero cruciale nella lotta al virus HIV responsabile della tristemente nota sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) che colpisce oltre 40 milioni di persone in tutto il mondo: nonostante esistano già da tempo diversi farmaci in grado di contrastare e ritardare gli effetti devastanti di questa diffusa malattia sessualmente trasmissibile, ad oggi non esiste ancora una cura; i pazienti sono costretti ad una lenta discesa verso l’inferno che solo l’assunzione senza sosta di medicinali è in grado di alleviare sensibilmente, ma non definitivamente.
Oggi, però, dopo 8 anni di lavoro, si è giunti non a uno, ma a dieci passi avanti nella lotta a questo orribile virus: grazie alla vaccinazione TAT, infatti, sarà possibile ridurre del 90% il serbatoio di virus latente, vale a dire la parte non attaccabile dai farmaci odierni, nei pazienti sottoposti a cART, la terapia antiretrovirale di combinazione.
La cART è, appunto, quella cura parziale di cui sopra, un sistema che aiuta il paziente ad andare avanti nella sua lotta, ma che non appena sospeso, permette alla parte latente del virus di tornare ad agire incontrastato nell’organismo, danneggiandolo.
Come dichiara la coordinatrice del progetto, Barbara Ensoli:
Sono risultati che aprono nuove prospettive per una cura funzionale dell’HIV, ossia una terapia in grado di controllare il virus anche dopo la sospensione dei farmaci antiretrovirali. In tal modo, si profilano opportunità preziose per la gestione clinica a lungo termine delle persone con HIV, riducendo la tossicità associata ai farmaci, migliorando aderenza alla terapia e qualità di vita, problemi rilevanti soprattutto in bambini e adolescenti. L’obiettivo, in prospettiva, è giungere all’eradicazione del virus.
Con questo nuovo vaccino, insomma, sarà possibile attraverso una semplice iniezione distruggere 9 parti su 10 del DNA provirale latente, questo coriaceo male che, se ridotto così significativamente, potrebbe aprire la strada verso cure ancora migliori.
Ora che l’efficacia del TAT è stata dimostrata, rimane oggetto dell’attenzione degli studiosi verificare per quanto tempo il vaccino rappresenti un’affidabile copertura dall’HIV sospendendo la cura cART.
La scommessa contro il tempo è ufficialmente iniziata: riusciranno gli scienziati dell’ISS a produrre l’arma definitiva contro l’AIDS?
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