Young ASCOLTA LA DIRETTA
Deep
Relax
Passion
Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Where Is My Mind” – Pixies
Sulla stessa scia di Benedetta, ho voluto approfondire qualche curiosità sugli scrittori, italiani e non, tra l’800 e il ‘900. In questo modo, magari, all’interrogazione vi rimarranno più impressi. Perché – fidatevi – alcune cose, da loro, proprio non ve le aspettereste.
Non sto scherzando: in senso molto largo, Gabriele D’Annunzio si può definire il primo influencer della storia – si, un influencer del 1863 -. Mentre gli scrittori suoi contemporanei tentavano di sopravvivere in quello che ormai era diventato un mercato editoriale, D’Annunzio si dimostrò un vero e proprio genio del marketing. Per promuovere le sue opere, costruì il suo personaggio ponendosi sempre al centro dell’attenzione mediatica.
Una volta, per promuovere un libro appena uscito, scrisse una lettera anonima a un giornale sostenendo che Gabriele D’Annunzio fosse morto in seguito a una caduta da cavallo. I giornali riportarono la notizia e tutti avevano sulla bocca il nome dello scrittore e la sua morte prematura. Inutile dire che la sua opera vendette tantissimo. D’Annunzio, però, non si fermò alla promozione dei propri testi, ma partecipò alla pubblicità di numerosi prodotti e, addirittura, ne battezzò alcuni. Fu scelto come testimonial dell’amaro Montenegro – più influencer di così non si può – e diede il nome al liquore Aurum, alla penna Aurora, al biscotto Saiwa e – udite udite – alla catena di negozi Rinascente.
Passiamo a un coetaneo dello “scrittore-influencer”: Luigi Pirandello. Anche se era sicuramente più riservato del collega, condivideva un po’ la sua mania delle attenzioni, o meglio: il culto della propria persona. Lo scrittore riteneva sé stesso irresistibile, tanto che aveva l’abitudine di baciare lo specchio per auto-perdonarsi dopo essersi arrabbiato o, semplicemente, perché ne aveva voglia. Prima di sposare la sua futura moglie mise le mani avanti e le confessò la sua strana abitudine in una lettera:
“È un vizio a cui vorrei rinunciare per non appannare gli specchi.” –Luigi Pirandello
Spezziamo una lancia in suo favore: non era l’unico a pensarla così. Anche le sue studentesse lo trovavano irresistibile, tanto da disturbare le lezioni. Una ragazza arrivò, addirittura, a scrivergli una lettera in cui confessava il suo amore per lui, minacciando di uccidersi se l’avesse ignorata. Un’altra, invece, decise di saltare i convenevoli e si spogliò direttamente davanti a lui.
E dopo gli altri scrittori, parliamo di Ernest Hemingway: lo scrittore baciato dalla fortuna, che sopravvisse a – quasi – tutto. Hemingway era un uomo sprezzante del pericolo e lo dimostrò più volte. Nella Prima Guerra Mondiale, durante il servizio come autista volontario per la Croce Rossa, rimase ferito per l’esplosione di una granata, che gli lasciò 200 schegge in corpo. Nel 1935 si sparò ai piedi nel tentativo di uccidere uno squalo e nel 1942 si improvvisò “cacciatore di sottomarini”: trasformò la sua barca da pesca in una nave spia, ma riuscì a vedere solo un sommergibile. Per rimanere in tema combattimento: una volta, stanco del “limitante” ruolo di inviato reporter per coprire una guerra – una tra le tante alle quali partecipò – si finse colonnello e guidò un plotone francese in battaglia. Fu addirittura oggetto delle indagini dell’FBI, in quanto contatto del KGB con il nome in codice Argo.
Nel 1954, durante un safari in Africa – le guerre erano finite, doveva trovare altri stimoli – sopravvisse a ben due incidenti aerei in due giorni diversi e i giornali stessi lo credettero, falsamente, morto. Sempre in quell’anno, sopravvisse a un incendio in una boscaglia. Riuscì a sconfiggere anche la polmonite, la malaria, l’epatite, un cancro alla pelle e il diabete. L’unica cosa che non sconfisse fu sé stesso: dopo essere diventato un alcolizzato ed essere caduto in depressione si sparò con il suo fucile preferito.
E con lui abbiamo finito, anche se di cose da dire ce ne sarebbero ancora tante: mica penserete che Hemingway abbia fatto solo questo, vero? Sentitevi liberi di approfondire voi, ma soprattutto, di usare queste informazioni per inquadrare bene la sua figura e capire perché ha scritto quello che ha scritto; lui così come anche gli altri scrittori. E poi, usate pure queste informazioni alle interrogazioni che, sicuramente, non vi faranno fare brutta figura.
Written by: Margherita Manzi
abitudini strane D'Annunzio hemingway interrogazioni Pirandello scuola
Tempo di lettura 4 minuti
© 2023 voicebookradio.com Cod.Fiscale 97824430157 - P.Iva 10494570962 - Licenza SIAE n.6671 - anno 2023
Post comments (0)