Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Libero” – Fabrizio Moro
Democrazia. Parola stupenda. A volte non ci rendiamo conto del vero significato. Cosa vuol dire? Diritto di cosa? Di espressione? Di azione? Democrazia è parola tanto abusata quanto ignorata al giorno d’oggi.
Ciò che è più degno di essere sottolineato, è che ogni individuo ha il diritto di sollevare ogni ragionevole dubbio riguardo a ciò che è giusto. Ogni individuo.
Ogni uomo
Nessun altro. Il semplice e complesso Uomo, con le sue contraddizioni, con i suoi errori, con quella sua atavica e, spesso inconsapevole, coscienza o il suo opinabile giudizio di ciò che è bene e male. Ciò che l’ha portato a commettere delitti atroci, a volte. Errori che, in fin dei conti -sovente con pegni duri da pagare- l’hanno riportato sulla “retta via”. L’Uomo inteso come umanità, che intende migliorarsi, con il suo essere civile, comune, politico. L’Uomo umano in ogni sua forma. Di questo stiamo parlando.
Lo stesso Uomo che ha fatto proprie le sue leggi. Per autoregolarsi, per sancire e promettere a se stesso che sarà migliore. Questo è il suo destino. Evolversi, sperando nel meglio.
Il marasma mediatico che turba in questi giorni l’Italia non dovrebbe stupire. Un discorso su un palco, una frase, capace di sollevare dubbi, questioni, contraddittorii politici. Non è questa la democrazia?
Il discrimine, esempio di democrazia di oggi è una legge, il Ddl Zan, che, in Italia è destinata a fare epoca. Non per il suo contenuto, purtroppo, ma perché si inserisce in un contesto -Ahinoi!- necessario.
Il Ddl Zan è una legge che ci serve. Perché?
Non ci soffermeremo sulle divisioni ideologiche. Un giorno lasceranno il tempo che oggi hanno trovato. E’ una legge, questa, destinata ad essere dimenticata, se tutto va bene. Perché, semplicemente, non servirà alle prossime generazioni! Nessun bambino del prossimo futuro, cresciuto con certi valori, si sognerà mai di classificare come mostro, o alieno, suo padre che l’ha portato a giocare e bacia un altro uomo. Nessuna madre, nessun figlio o figlia sarà etichettato per i suoi gusti sessuali nelle prossime generazioni.
Ma oggi si discute sul valore legale e legislativo di termini come sesso e genere, di maschio o femmina… L’uomo traduce. La legge, illuminata, chiama ogni persona individuo.
Oggi, la discussione in atto ha l’unico beneficio – democratico e supremo- di fare chiarezza. Su un punto almeno: esiste una quantità di persone che si sente culturalmente turbata da una legge che ripete, nero su bianco, un diritto già sancito su vari articoli della Costituzione Italiana. Già…
Ed è quello che molti dotti perplessi fanno notare su vari giornali. Siamo arrivati al punto in cui l’ovvietà è un capo d’accusa. Eppure, a quanto pare, dell’ovvio c’è bisogno! Chi di noi dorme con la Costituzione sotto il cuscino? A
quanto pare, serve qualcuno che ce lo ricordi, in un modo o nell’altro. Su un palco, o affacciato da un palazzo…
L’ovvio non è da dare per scontato.
Lo vediamo ogni giorno in forme che non sono immediate. Discriminazione e violenze non sono all’ordine del giorno perché non sono titoli di prima pagina, ma esistono e fanno parte del tessuto culturale della società. La stessa Ue, l’Europa dei diritti, ha sentito il bisogno di disporre, a questo proposito di leggi, tra le più evolute del mondo, sin dal lontano 2008.
Dichiarazioni che fanno parte della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea. Fondamentali. Ma solo oggi sono all’ordine del giorno, e solo oggi ne discutiamo.
Una legge non è un decreto divino che dice che da oggi in poi una cosa non si può più fare. Una legge è la manifestazione di una società che ha dei valori condivisi. Una società che è viva e si evolve. Una società che però è fatta di individui. E non sarà una legge che ci farà cambiare modo di pensare, questo spetta al nostro desiderio di migliorarci, in questo consiste quello che noi chiamiamo diritto. Una legge cambia il nostro modo di agire oggi, cosa ben diversa, e che avrà eco sulle generazioni future.
Perché il futuro parte oggi.

Post comments (0)