Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Petrolio” – Cranio Randagio
Bentrovati amiche ed amici di voicebookradio.com!
Anche questo lunedì i nostri microfoni si sono sintonizzati su frequenze metafisiche permettendoci di fare quattro chiacchiere con uno degli intellettuali italiani più eclettici, fini ed incompresi del ‘900.
R: Buongiorno PPP! Come vanno le cose dall’alto del tuo osservatorio?
PPP: Caro Ruggero, magari potresti essere un po’ più formale e meno obliquo, almeno all’inizio del nostro confronto…
R: Hai ragione, ora cambio registro… Signore e signori dagli studi metafisici di voicebookradio.com, Pier Paolo Pasolini!!! Meglio?
PPP: Sembri un presentatore della Rai del secolo scorso, ma immagino che il punto fosse quello…
R: Esattamente! E ora, cominciamo a fare sul serio. Sei stato uno dei primi critici del medium televisivo, pur facendone parte in svariati salotti, come mai?
PPP: Vedi Ruggero, io sono nato in uno sperduto paese del Friuli, poi le mie inclinazioni artistiche mi hanno spinto verso Roma, dove ho potuto osservare la realtà delle borgate. Tutto questo nel pieno del boom economico.
R: Sì sì, ti conosco bene, sei uno dei must della letteratura italiana contemporanea, ma cosa c’entra il boom economico con le tue origini e le borgate?
PPP: Se davvero mi conosci, allora saprai che ho composto anche una poesia legata agli eventi di Valle Giulia…
R: … In cui, se non erro, sottolinei come paradossalmente i proletari fossero i celerini e i borghesi i manifestanti!
PPP: Esattamente. Quella penso sia una fotografia di una trasformazione in atto nella società italiana, naturale e auspicabile a vent’anni dalla fine della guerra. La questione, semmai, è quali valori si sono rinsaldati in seguito a quel turbinio e chi li ha veicolati.
R: Prendo un rischio e dico che a veicolarli sia stata anche la TV come mass media di massa, ma quali pensi fossero questi valori?
PPP: Puoi andare a controllare ovunque le mie parole, ma alla base ritengo ci fosse (se non c’è ancora) una forte spinta all’uniformazione da una parte condita da un’avida ipocrisia tesa al soverchiamento dell’altro.
R: E come pensi sia la situazione odierna?
PPP: Questo forse sai dirmelo tu, che sai come funzionano questi aggeggi che chiamate smartphone. Probabilmente è sia peggio che meglio, nel senso che le spinte e gli stimoli sono senz’altro aumentati parallelamente alle informazioni. Dalle informazioni e dalla loro diffusione passa qualsiasi futuro si voglia immaginare, per banale che possa sembrare…
R: Beh, dopo una massima del genere, esimio Pier Paolo Pasolini, direi che possiamo chiudere il nostro collegamento. In conclusione, se dovesse scegliere un mass media, radio o televisione?
PPP: Domanda a trabocchetto, sicuramente la radio!
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