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Cultura

A dire il vero: Imprenditori, che impresa!

today16 Luglio 2021

Background
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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Start me up” – Rolling Stones

Mondo del lavoro. Pianeta dalle alterne fortune in cui un giovane che vi muove i primi passi e che idealmente dovrebbe essere formato, pronto, preparato, trova sempre difficoltà. A partire dal lavoro dipendente. Il lavoro non c’è, è l’opinione diffusa. Ma chi crea lavoro?

Lo Stato o gli organi istituzionali? A volte. Ma il compito principale di un governo per quanto riguarda il mondo del lavoro è quello di attuare delle politiche, non solo fiscali, atte ad agevolare la nascita crescita e sviluppo delle aziende e delle imprese, le famose PMI. Queste ultime, in particolar modo, sono quelle che da sempre vengono definite lo scheletro portante di qualsiasi sistema economico. Ed è vero. Le piccole e medie imprese col loro lavoro generano movimento e crescita, occupazione. Linfa vitale dell’economia.

Analizziamo un dato

Decidere di creare la propria impresa e diventare imprenditori è l’ambizione di chiunque abbia un sogno lavorativo, un’idea, o semplicemente il sogno di un’idea. Circa la metà dei giovani vorrebbe creare la propria attività. Forse, l’altra metà non è poco ambiziosa, semplicemente più realista. Quanti, di questo 50%, veramente riescono nel loro proposito?

In effetti le difficoltà sono tante. Non solo nel nostro Paese, in cui le annose questioni del sistema fiscale e legislativo rendono la prospettiva poco incoraggiante. E’ un problema che tutti gli Stati hanno e a cui i singoli governi lavorano incessantemente. Eppure, nonostante le difficoltà, gli ultimi anni sono stati segnati da un fiorire di start-up e nuove attività. Qual è il loro segreto?

La formazione e l’informazione

L’Ue ha voluto capire quali sono le principali problematiche, a parte quelle sopracitate, a cui i giovani imprenditori vanno incontro. Oltre alla mancanza di accesso alle informazioni per quanto riguarda fondi e finanziamenti, la ricerca europea individua ostacoli nella formazione, nella consulenza, nella creazione di reti di sostegno.

Tutti ostacoli a cui l’Europa ha provato a trovare una via d’uscita sin dal 2009, anno in cui è stato lanciato il programma “Erasmus per giovani imprenditori”. E’, in sostanza un analogo al ben più conosciuto Erasmus studentesco, ma pensato per i giovani che vogliono avviare la propria attività. Un sistema di scambio fra imprese e aziende sparse in tutta Europa, in cui l’aspirante o neoimprenditore può non solo imparare da attività già solide, ma avere l’opportunità di accedere a nuovi mercati internazionali. Analogamente, il FSE (Fondo Sociale Europeo) oltre a essere una fucina di nuove competenze, aiuta anche finanziariamente le nuove imprese.

L’accesso all’informazione a volte è quello che può fare la differenza.

Opportunità

Dovrebbero essere accessibili ed eque per tutti. Nel 2021 ancora combattiamo con una disparità di genere da cui nemmeno il mondo imprenditoriale è esente. Il maggior ostacolo affrontato dalle imprenditrici è la scarsa fiducia a loro accordata, per via della “difficoltà a conciliare famiglia e carriera”. Un problema culturale di fondo che presto sarà sanato, ci auspichiamo, anche per la quantità di buoni esempi e modelli di cui la storia è piena.

Proprio ieri si è concluso il summit Women20, il gruppo del G20 che si occupa di uguaglianza di genere. In questa occasione sono state pronunciate delle parole importanti su questo tema che ci danno l’occasione di concludere e forse aprire qualche mente in più:

A troppe di noi è stato detto che dovevamo scegliere tra essere madre e fare carriera. Come madre di sette figli e come Presidente della Commissione Europea, mi permetto di dissentire. Ma conosco gli ostacoli che le donne affrontano. Dobbiamo quindi sforzarci di creare le condizioni giuste affinché tutte le donne possano godere di un accesso paritario al mercato del lavoro”.

Parole di Ursula von der Leyen. Suonano di promessa.

Imprenditori

 

Written by: Andrea Famà

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