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A dire il vero: Erik il Rosso

today27 Aprile 2021

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “If I Had A Heart” – Fever Ray

Oggi a voicebookradio.com abbiamo un ospite speciale. Un uomo che si è reso protagonista di un grande viaggio, proveniente dalle fredde e inospitali terre del nord. Diamo il benvenuto sulle nostre pagine a Erik il Rosso.

T: Allora, intanto benvenuto. Cominciamo con una domanda di circostanza: preferisci essere chiamato Erik o Il Rosso?

E: (Ride) Saluti anche a te. Guarda, Erik andrà benissimo.

T: Erik, da dove comincia la tua storia? Come nasce la leggenda di Erik il Rosso?

E: Beh si potrebbe cominciare dall’esilio. In Norvegia io e mio padre Thorvald ci siamo resi protagonisti di un omicidio e per questo siamo stati mandati in Islanda.

T: Ecco, arrivi in Islanda ma le vecchie abitudini sono dure a morire. Infatti lì, in seguito ad una rissa, uccidi un uomo e sei costretto a lasciare anche l’isola. Gli storici non sanno bene il motivo di questa rissa, puoi magari darci qualche delucidazione? Comunque la tua versione dei fatti?

E: Mah niente un tizio ha cominciato a dire che la sua nave era più bella della mia. Poi ci tengo a precisare che ha cominciato lui. Mi tira questo pugno, neanche indietreggio. Me lo guardo e gli faccio: “Neanche il sangue mi hai fatto sputare ah cornuto” e allora rispondo con la stessa moneta. Gli ho tirato uno sganassone e quello è caduto come le foglie dagli alberi durante l’inverno. Non si è più rialzato, ma mica è colpa mia se sono forte.

T: No ma infatti è capitato un po’ a tutti nella vita. Dopo questo omicidio quindi sei costretto ad andare in esilio per tre anni e quindi decidi bene di esplorare i dintorni con alcuni coloni. Da lì, la grande scoperta. Com’è stato?

E: Sì, siamo arrivati in Groenlandia e, dico la verità, una volta arrivato ho baciato terra. Scaduti i tre anni sono tornato per reclutare altri coloni, parlando loro di una terra ricca, verde, che adesso mi dicono non essere più tanto green.

T: No infatti, ora come ora la Groenlandia è un posto quanto mai inospitale. Vorrei parlare invece un attimo di tuo figlio, Leif, che oggi purtroppo non potrà essere qui con noi. Tra i primi vichinghi a scoprire il Nordamerica, fu il primo ad esplorare il Vinland, la parte settentrionale dell’isola di Terranova. Come ti fa sentire questa cosa? Il fatto che tuo figlio abbia deciso di seguire le tue orme?

E: Beh ovviamente mi riempie di gioia. E’ anche da imputare al fatto, secondo il mio punto di vista, alla natura intrinseca di noi norreni. La gente ci vede esclusivamente come barbari saccheggiatori assetati di sangue, ma non è così, o almeno non del tutto. Siamo principalmente commercianti, esploratori e Leif non ha fatto altro che seguire la sua natura. Nonostante le nostre divergenze dal punto di vista della Fede, lui aveva deciso infatti di abbracciare il dio cristiano, costruendo anche la prima chiesa sul suolo americano, sono sempre stato molto fiero di lui.

T: Queste sono veramente delle parole bellissime. Senti, domanda a caldo, ma tu ti chiami Erik il Rosso per il colore die tuoi capelli o per un tuo orientamento politico?

E: Orientacosa? No, ovviamente per i miei capelli.

T: Vikings l’hai vista? La serie.

E: Guarda sto ancora alla terza, non mi dire nulla.

T: Allora Erik, io ti ringrazio e ricordo ai nostri lettori che su di te hanno scritto anche un libro, la Saga di Erik il Rosso, che vi consiglio di leggere.

E: Grazie a voi, è stato un piacere.

Noi ci riaggiorniamo il prossimo martedì con un’altra intervista impossibile.

Written by: Tommaso Natale

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