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Soundtrack da ascoltare durante l’apertura: “Che cossè l’amor” – Vinicio Capossela
La commedia italiana si è sempre distinta per una costante, rispetto al resto del mondo. Tra trame assurde, drammi amorosi alla Bridgette Johnson e conterranei Cinepanettoni, i film che parlano di persone normali sono sempre stati una punta di diamante – con tanto di marchi DOP e IGP -. Partiamo dal presupposto che sono tutti belli, qualunque voi prendiate, ma se volessimo sceglierne uno, tra tanti picchi raggiunti, dovremmo scomodare la santissima trinità: Aldo, Giovanni e Giacomo con il loro film d’esordio Tre uomini e una gamba.
Do per scontato che i lettori del YCB vantino di una certa cultura cinematografica personale, che quindi mi permette di non perdere tempo ricordando chi sono Aldo, Giovanni e Giacomo, e perchè dovrebbero erigere un monumento alto quanto il palazzo della Regione Lombardia in loro onore. Tre uomini e una gamba è, come detto, il loro primo film, nato dall’unione di una trama con alcuni dei loro sketch teatrali più famosi – come la Subaru Baracca ad esempio -.
Insomma, tre amici compiono un viaggio lungo e tortuoso per consegnare un oggetto dal valore inestimabile ad un ricco industriale. Ma questa è già la trama del 90% del cinema Hollywoodiano, e Tre uomini e una gamba è un film normale. Giacomo deve sposarsi in Puglia con la terza di tre sorelle, di cui due già mogli dei suoi amici Aldo e Giovanni. ll trio deve quindi intraprendere un lungo viaggio in auto da Milano fino al tacco dello stivale, portando con loro una costosissima opera d’arte acquistata dal comune suocero – un filantropo – ed il cane Ringhio.
L’oggetto che dà il titolo al film è proprio questa strana gamba di legno dal valore di 300 milioni di lire – circa 160 mila euro -…
“Che se davo 20 mila lire al mio falegname la faceva meglio, va’ non ha neanche le unghie.” -Giovanni
Durante il corso di questa Odissea, interrotta da incidenti, Marina Massironi e altre cosine di cui parleremo dopo, il film è scandito da piccoli sketch esterni alla trama. Il primo è una sorta di teaser del film successivo, La leggenda di Al, John e Jack, nel quale i tre interpretano i gangster che hanno ucciso Kennedy; il secondo è un film d’autore, nel quale Aldo non fa il biglietto sul tram, ed in una sorta di commedia alla Charlie Chaplin deve riuscire a farla franca mentre è inseguito da Giovanni. Il terzo infine è il Conte Dracumiiiiiii….
“Io sono il Conte Dracuuuumiiiiiiiii….” -Il Conte Dracumiiiiiii….
Nel quale il buon Aldo – di nuovo -, vampiro siciliano, finisce in casa di Giovanni e Giacomo, antimeridionali e cacciatori di terùn che si aggirano per la loro foresta. – Tra l’altro sulle pareti della loro casetta si possono notare delle teste mozzate di “Uomini di Cosenza” e “Uomini di Matera” -. Tutti questi pezzetti non solo si inseriscono in maniera creativa nella storia, ma rendono l’intero film molto più ricco ed unico nel suo genere. – Storia nella storia, Boccaccio praticamente -.
Arriviamo alla parte conclusiva del “dovete vederlo ora”. Il film è carico di un sentimento di malinconia, perchè quei tempi in cui Aldo sbucava dalla sabbia per segnare un gol contro dei marocchini, Giovanni annientava bambini in competizioni di qualunque tipo e Giacomo mandava a monte il suo matrimonio non torneranno più. Tre uomini e una gamba è storia, nella sua semplicità e naturalezza; rivederlo, perchè non ci credo che qualcuno non lo conosca, vi riporterà a pensare alla prima volta in cui vi ci siete imbattuti, probabilmente più piccoli ma ugualmente divertiti dalla scena di Aldo del:
“Vi, a, effe, effe, nguuuuuuuuulo.” -Aldo
Mentre le lacrime scendono, una macchina fa inversione di marcia e, sotto gli occhi di un industriale, si presenta la gamba di legno. Titoli di coda.
Written by: Alessandro Vitrano
8 mm Aldo Giovanni e Giacomo commedia Tre Uomini e una gamba
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