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Florence Pugh, immersa in un mare di fiori color pastello, potrebbe avvicinarsi moltissimo alla visione comune del Paradiso, o meglio, del Valhalla. Amanti di Ikea, dei vichinghi e dei nomi impronunciabili: Josh, Mark, Pelle, Christian e Dani vi aspettano per un viaggio onirico nelle tradizioni svedesi più autentiche del Midsommar. Se riuscite a tornare vivi, poi, ci raccontate tutto.
Midsommar è un film del 2019 ambientato ad Harga, una piccola comunità che vive bloccata nelle tradizioni del 1500, in piena comunione con la natura circostante. Dani sta attraversando un periodo molto complicato della sua vita. A peggiorare ancora di più la situazione, c’è la prospettiva di non vedere il suo ragazzo –Christian– per un po’ di tempo, mentre è in viaggio con i sui amici in Svezia. Fine del viaggio, quello di studiare le tradizioni del Midsommar, la festa di “Mezza Estate” ideata per celebrare la comunità e la sua unione indissolubile con la natura. Maledetto il giorno in cui Christian decide di portare Dani con sé, perché quel Midsommar è cruento come solo la natura sa essere.
Adottare tradizioni del 1500 nel 2019 può soltanto generare un senso di vertigine, stordimento e straniamento. Ma, se appare strano, non significa che non sia vero, anzi. Il film stracolma di citazioni tratte da leggende norrene e di tradizioni reali, ancora praticate, e non è detto che siano tutte mortali.
Partendo dalla natura, dai fiori e dalla Regina di Maggio: ad un certo punto del film, tutte le ragazze iniziano a correre intorno ad un albero –in realtà, un palo completamente ricoperto di fiori-, con l’intento di elevare la più atletica di tutte a Regina di Maggio. La loro danza scandisce forse l’unico momento vagamente normale dell’intero film, e sconvolge scoprire come sia ripresa da una canzone sul Diavolo. Secondo una leggenda, il Diavolo, sotto mentite spoglie da violinista, avrebbe attirato a sé le sue vittime facendole danzare così a lungo da morirne. “Hargalaten” è la canzone popolare che mantiene parte di questa leggenda nel suo testo. Ad oggi, viene cantata ai bambini per ricordare loro di non fidarsi mai di nessuno. E di non ballare, soprattutto, con i violinisti.
Con un salto narrativo, possiamo direttamente immaginarci quei bambini diffidenti verso i violini come adulti e, poi, anziani. Il primo “campanello” che allerta Dani della pericolosità della città scandinava è un suicidio, commesso spontaneamente da parte di due componenti anziani della comunità che si gettano da un’alta rupe. Non è uno spoiler: è solo l’inizio della fine. Ebbene, secondo una pratica della preistoria nordica definita Attestupa –gruppo di precipizi collocati tra Svezia, Islanda e Norvegia –, le persone giunte al termine del loro ciclo di vita – circa 72 anni –, venivano incoraggiate a commettere suicidio davanti l’intera comunità.
Nel film, poter uccidersi e donare il loro corpo di nuovo alla Natura è un grande privilegio. Significa dare alla vita una chiusura dignitosa, prima che qualcosa di bello possa rovinarsi. Significa, in definitiva, ricominciare a vivere in una nuova pelle. Quello che, in fondo, fanno tutti gli amici americani: tutti, tranne lei, la regina di Maggio, Dani.
Written by: Alice Franceschi
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