Oltre la mascherina – intervista a un’infermiera
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Woody Allen spegne oggi 85 candeline. Il regista vincitore di quattro premi Oscar vanta una carriera piena di capolavori, tutti inconfondibilmente caratterizzati dal suo “marchio”.
Prima di parlare di quale sia questo “marchio artistico” e di quali siano le sue sfaccettature, facciamo una doverosissima e fondamentale premessa: sul Woody uomo negli ultimi anni aleggia un’ombra molto molto pesante. Allen è stato accusato di violenza dall’ex coniuge Mia Farrow, ed ancora non è arrivata una sentenza.
In questa sede parliamo del Woody artista, ma per coerenza e soprattutto per etica, noi di voicebbokradio.com – in attesa di scoprire se le accuse siano reali o false – ci asteniamo totalmente da qualsiasi celebrazione dell’uomo, che, qualora si fosse macchiato di colpe enormi come quelle che gli sono additate, sarebbe da criticare aspramente.
A causa di ciò negli USA i suoi film non possono essere prodotti, e il regista sta girando le sue pellicole in Europa. Per informazione, infine: Allen si è spiegato e difeso nel libro A proposito di niente, edito in Italia da La nave di Teseo, come abbiamo scritto qui.
Dicevamo all’inizio del suo marchio. Di cosa si tratta? Della “capacità intelligente e sottile di rilevare e rappresentare l’aspetto comico della realtà”.
Questa è la definizione che la libera enciclopedia Wikipedia dà dell’ “umorismo”, e sembra calzare a pennello per l’arte dell’oggi 85enne regista.
Non si tratta però di un umorismo che si piega su sé stesso: Allen non è certo stato in grado di cogliere “soltanto” gli aspetti comici della vita. Il tocco “alleniano” che permea tutti i suoi lavori è qualcosa che si può comprendere solo vedendo i suoi film.
Le sue prime opere sono forse le più puramente comiche. Poi, da Io ed Annie del 1977, è riuscito a creare magnifiche commedie romantiche, come anche Manhattan, uscito due anni più tardi.
L’aspetto più sorprendente dell’arte del regista è però riassumibile nella prossima frase. Quello che lui stesso ha dichiarato di reputare il suo miglior film è un thriller: quel capolavoro di Match Point, uscito nel 2005.
Dunque la miglior opera di quello che -come abbiamo detto- potremmo anche definire un umorista, a sua detta, è un thriller. Beh, o hai un talento enorme, o questa frase rischia di non poter essere vera. E Woody Allen ha un talento spropositato.
Citando altre opere “rappresentative”, non potremmo lasciare da parte Basta che funzioni, simbolo di una vita vissuta seguendo ciò che si sente e abbandonando le maschere sociali.
Ancora, Midnight in Paris in cui, nel mezzo di una trama meravigliosamente surreale, ci troviamo catapultati nella Parigi degli anni 20 del ‘900, fotografata con una maestria degna dei migliori letterati.
Ci sono poi l’Allen jazzista, che si è esibito in tutto il mondo nonostante la sua forte claustrofobia, l’Allen scrittore, l’Allen del teatro… “Duttilità” è una parola che si può usare senza problemi, in questo caso.
Dunque in attesa di scoprire se le tremende ombre che aleggiano su di lui siano vere, non possiamo che constatare l’enorme e originalissima carriera di questo artista, che, forse è uno di quelli a cui si possono attribuire le pesantissime 5 lettere della parola “genio”..
Written by: Leonardo Musio
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