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7 parolacce in mezzo al mare

today15 Agosto 2021

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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Ma come fanno i marinai?” – Lucio Dalla e Francesco De Gregori

Credo che ognuno di noi, dal vivo o grazie alla ricostruzione di un film, abbia sentito almeno una volta nella vita quelle strane “parolacce” che si usano in barca. Una serie incomprensibile ai più di termini bizzarri e a volte pungenti che fanno parte di un vero e proprio codice di comunicazione degli uomini di mare. 

Divertiamoci un po’ e scopriamone qualcuno insieme, soprattutto i più coloriti. 

1. Cazzare la randa

È il termine che probabilmente avrete sentito più spesso, ma state tranquilli, non è nulla di sconcio. Significa semplicemente innalzare la vela centrale dell’imbarcazione. Quindi anche un gesto aulico se ci pensiamo bene, evocativo che forse poco si addice al modo di dire, ma fa tanto sorridere. 

Mare

2. Batticulo all’ormeggio

I “Batticulo” sono le cime di ormeggio che tengono ferma la barca. Si chiamano anche “spring”, ma nulla hanno a che vedere con la primavera. È tutto un “sembra-non sembra”, ci fate caso? 

Mare

3. Tirare dentro la mutanda

Vedo già il vostro ghigno beffardo. Nessuna espressione hot, il termine indica solo l’atto di spostare manualmente il fiocco, cioè la vela che sta a prua (la parte anteriore della barca), quando rimane bloccata sulla battagliola che è poi la ringhiera. Quante cose stiamo imparando insieme! 

4. Regolare il patarazzo

È un termine che sembra uscito da uno sketch di Aldo, Giovanni e Giacomo eppure significa semplicemente ingrassare o appiattire le vele per aumentare la curva che deve percorrere l’aria passandoci dentro, aumentando così la spinta prodotta. E la immagino come una cosa sicuramente faticosissima! 

Mare

5. Legarsi al corpo morto

Nessun risvolto horror, nessun omicidio in mare aperto, il “corpo morto” è un oggetto pesante sul fondo del mare a cui ancorare la nave. Tutto qui? 

Mare

6. Mollare il pappafico

Questa è bella ed è una di quelle che mi fa sorridere di più. Significa adattarsi ad un’andatura più lenta della barca ed è un modo di dire che viene usato anche nel linguaggio quotidiano quando si vuole indicare il rassegnarsi agli eventi. Lascio a voi le considerazioni filosofiche in merito. 

Mare

7. Fare una strambata

Mi riallaccio al termine precedente. Chi si adatta malvolentieri agli eventi troverà questo modo di dire più intrigante. Infatti si tratta di un cambio involontario dell’andatura della barca (un’abbattuta involontaria), dovuta ad un errore del timoniere o ad un salto di vento. Sconveniente, ma di gran lunga più divertente. Sempre che non ci siano brutte conseguenze. 

Non smentisce i miei pensieri un lupo di mare calabrese, si chiama Domenico Leone ed ha una barca ormaggiata a Palmi. Di solito naviga fra Gioia Tauro e Scilla, in un panorama mozzafiato.

“Quando uso dei termini nautici strani la reazione delle persone è molto esilarante. Fanno una faccia che fa chiamaramente capire che stanno pensando “Ma esiste questa parola?!”. E davanti a quelle espressioni non puoi che ridere”. 

Di termini ambigui e divertenti ce ne sono molti altri e chissà che non scriverò un altro articolo per impararne ancora e intraprendere un futuro nautico? 

Veleggiando in acque buone… ovviamente!

Mare

Written by: Valentina Proietto Scipioni

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