Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Resta quel che resta” – Pino Daniele
Sembra ieri eppure sono trascorsi già 7 anni da quella mattina in cui ci svegliammo tutti un po’ orfani della musica e della poesia di Pino Daniele.
A tanto tempo di distanza ancora ascoltiamo con malinconia i brani che ce lo hanno legato stretto al cuore. Attuali più che mai. Che sembrano quasi rinnovarsi ad ogni ascolto. Fatti di versi ispirati e suggestivi, delicati e veraci insieme. Fatti di sonorità ricercate e rivoluzionarie che hanno cambiato per sempre la musicalità partenopea… e non solo.
Un uomo in blues
Ph. Valentina Proietto Scipioni
In quanti lo hanno definito così? Di certo perché si è lasciato influenzare moltissimo dal Blues e dal Jazz, grazie anche alla collaborazione con musicisti eccezionali come James Senese. Ma Pino Daniele è stato, ed è tuttora, simbolo inequivocabile di molto di più.
Il grande successo della sua musica è stato senza dubbio il suo incredibile mix di influenze. Come il Golfo di Napoli ha accolto nei secoli invasori e ospiti di mille etnie, così le sue creazioni si sono fatte crogiolo di colori, di sonorità, di strumenti sconosciuti e di miscele che avevano come unica unità di “misura” la voglia di fondersi. Un “Mediterraneo musicale” capace di creare qualcosa di straordinariamente nuovo.
Generoso. Ampio. Ricco. Sconfinato.
La sua musica si è fatta luogo, ambiente e circostanza in cui sono venuti a contatto, si sono mescolati e amalgamati elementi di natura diversa: la poesia, le melodie evocative, tanti ritmi nuovi e l’arricchimento che ogni musicista portava con sè. E soprattutto il grande cuore che tutti gli hanno sempre riconosciuto.
Ph. Valentina Proietto Scipioni
Un cuore debole però, malato da tempo. Tanto fragile quanto era invece in grado di contenere un mondo smisurato di sentimenti e malinconia, di ritmi e vivacità, di incisività e coraggio, di intensità ed impeto, di elettricità e forza. Senza perdere mai il tocco morbidissimo con cui pennellava tutte le cose.
Mille schegge raffinate si sono incastonate nel tempo intorno a lui e alla sua discografia, contribuendo ad arricchire e spingere la sua rivoluzione musicale. Schegge d’arte incarnate da nomi prestigiosi come Tullio De Piscopo, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Tony Esposito e James Senese.
Ph. Valentina Proietto Scipioni
Senza contare le collaborazioni altissime che ha collezionato negli anni, come Ralph Towner, Pat Metheny, Eric Clapton, Jovanotti e Claudio Baglioni e decine di altri ancora.
Nel 2018, tre anni dopo la sua prematura scomparsa, è stato lanciato un brano che ha colpito tutti come una freccia scoccata dall’alto.
Resta quel che resta.
Forse perché sembra parlare direttamente al cuore. Come un sorta di testamento musicale che accarezza l’anima e lascia in eredità qualcosa di affettuoso. Qualcosa di morbido in cui riversare la nostalgia. La mancanza. E la rabbia per un addio così improvviso.
E se qualcosa ci sarà Oltre quegli occhi chiusi Devi pretendere Una vita migliore Essere contento di te
Ph. copertina e articolo: Valentina Proietto Scipioni
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