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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Diamonds are girl’s best friends” – Marilyn Monroe
60 anni fa, nella notte fra il 4 ed il 5 agosto si spegneva la diva delle dive. Marilyn Monroe aveva solo 36 anni. In arrivo un film per Netflix.
La Mostra del Cinema di Venezia prepara il tappeto rosso per Blonde, la rivisitazione dei suoi drammi interiori in una Hollywood che divora spietata i suoi miti.
La pellicola è firmata da Andrew Dominik per Netflix con la cubana Ana de Armas protagonista.
Nel frattempo Kim Kardashian ha rievocato la divina Marilyn riportando sulle scene il suo meraviglioso abito al Gala del Met, mentre, nello stesso periodo, un ritratto firmato Andy Warhol veniva battuto all’asta per 195 milioni di dollari: un record.
Una stella che continua a brillare come un diamante purissimo nella memoria del mondo intero, in mille modi diversi. Ancora una volta.
60 anni fa, nella notte tra 4 e 5 agosto, Marilyn moriva a soli 36 anni, nel pieno di una carriera inarrestabile. La sua anima tormentata fu fermata da una overdose di barbiturici e tutto si fermò così. Da quel momento per tutti restò per sempre giovane, per sempre nel pieno della sua bellezza. Il suo tempo si fermò ingiustamente lasciandola sospesa in un’altra dimensione. Intatta, incancellabile.
La versione ufficiale la conosciamo tutti, si trattò di “probabile suicidio”, ma sappiamo anche quante teorie le girano ancora attorno. Addirittura, i più complottisti, ipotizzano la morte per omicidio commissionato da Robert Kennedy e commesso dal Dottor Ralph Greenson – psichiatra di Marilyn – con un’iniezione letale. O ancora si ipotizza un omicidio commissionato dalla mafia di Chicago per vendicarsi dei Kennedy che gli avevano fatto la guerra.
Sembrerebbe la sceneggiatura di una serie tv, se ci pensiamo bene. Ma, in fondo, la stessa cosa è accaduta per altri grandi artisti che facciamo fatica a lasciar andare, come Michael Jackson o Elvis stesso. Non ci si rassegna…
In ogni caso l’unica certezza che abbiamo è che quella notte Marilyn divenne immediatamente leggenda. Anche in virtù di tutte queste storie che aleggiano intorno alla sua morte. Il mondo intero ne fu sconvolto.
Dieci anni dopo, Elton John dedicò alla sua scomparsa la famosa canzone Candle in the Wind che racconta intensamente la sua anima fragile, la sua esistenza inquieta e la paragona ad una fiammella schiaffegiata dal vento. Nel 1997 lo stesso brano fu riadattato per ricordare la principessa Diana.
Per molti fu il simbolo dichiarato della sensualità, del sesso ancora prima che avvenisse la vera rivoluzione sessuale. Eppure Norma Jean, questo il suo vero nome, fu molto di più.
E c’è un libro che la racconta intimamente, scritto da Joyce Carol Oates. Lo stesso testo che ha poi ispirato il film di Dominik di cui vi ho parlato poche righe fa.
Poiché so che siete curiosi di saperne di più vi informo che Netflix ha appena diffuso il trailer ufficiale in vista del debutto globale in streaming il 28 settembre.
Certo, è buffo e quasi paradossale pensare che la diva del cinema non vivrà in una sala cinematografica, ma nei piccoli schermi in streaming.
A volte i tempi cambiano in modo ingrato!
“Ho interpretato Marilyn Monroe, Marilyn Monroe, Marilyn Monroe. Non ce la faccio a fare un’altra scena da Marilyn Monroe. Esiste solo sullo schermo, fuori sono Norma Jean”.
Queste le parole toccanti di una donna in balia degli eventi. Eventi molto più grandi di lei. La pellicola ripercorre la sua vita dall’infanzia al successo passando per gli amori spesso infelici. Joe di Maggio ed Arthur Miller.
Perché, in fondo, proprio nei suoi amori falliti, c’è anche tanta della sua fragilità. Non solo in quella fama che l’ha divorata e snaturata quasi del tutto.
“A 60 anni dalla morte e lei continua ad essere una celebrità di serie A per collezionisti, fan e musei di tutto il mondo” – Martin Nolan, direttore della casa d’asta Julien’s di Los Angeles
La casa, la scorsa settimana, ha venduto un suo abito di scena del 1954 per 218,750 dollari, oltre il doppio della stima di partenza.
Ma il suo vestito più famoso lo ricordiamo tutti, è il “naked dress”, che è stato indossato poco tempo fa per tre o quattro minuti -e sembra anche danneggiato- sul red carpet del Met da Kim Kardashian.
Un piccolo capolavoro di sartoria, attillatissimo, praticamente cucito addosso a Marilyn in un camerino del Madison Square Garden. Ed è nella memoria di tutti quando, proprio indossando quell’abito scintillante, intonò Happy Birthday Mr. President a J.F. Kennedy con cui, si mormorava allora, aveva avuto una storia due mesi prima, a casa di Bing Crosby.
A 60 anni dalla sua scomparsa vogliamo ricordarla così, luminosa e sorridente al di là di tutto. Consapevole del suo fascino e dell’immensa luce che sapeva emanare.
Cara Marilyn, resti la diva immutata … sempre!
Written by: Valentina Proietto Scipioni
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