Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano ” Disorder – Joy Division”
Il 2 maggio 1980 i Joy Division tenevano il loro ultimo concerto con Ian Curtis all’università di Birmingham University, in Inghilterra. Due settimane dopo,Il 18 maggio, Curtis si uccise: era la vigilia del tour americano.
La band formata nel 1977, in piena esplosione del punk inglese ( prima con il nome Stiff Kittens, poi Warsaw e infine Joy Division), aveva pubblicato l’anno prima l’album di debutto Unknown Pleasures. Stava arrivando il successo, e i primi riconoscimenti. La copertina di quell’album avrebbe fatto la storia del rock. Closer era stato registrato a Marzo, ma gli attacchi epilettici, “il grande male”, aveva chiamato lo stesso Curtis quella tremenda malattia, aumentavano. Poi la tragedia.
Tony Wilson dichiarò:
Penso che ognuno di noi abbia fatto l’errore di non pensare che il suo suicidio stesse per accadere. Abbiamo tutti completamente sottovalutato il pericolo. Non lo abbiamo preso sul serio. Siamo stati degli stupidi.
Il patto di sciogliere i Joy Division, (nome dato da Curtis ispirandosi al romanzo del 1955 La casa delle bambole di Ka-Tzetnik 135633) qualsiasi cosa fosse successa a uno dei componenti della band, venne rispettato.
I restanti componenti della band ,Bernard Sumner , Peter Hook e Stephen Morris, formarono i New Order, pionieri di un nuovo sound. Se la musica dei Joy Division era venata di Punk, quella dei New Order era musica da discoteca. Nel 1981 comunque uscì l’album postumo Still, contenente 9 tracce già registrate insieme a Ian.
I Joy Division furono una fulgida apparizione e la loro luce, tanto abbacinante, lasciò un’impronta indelebile nel rock, e sopratutto nella darkwave. L’atmosfera dark, il loro marchio di fabbrica, che aveva le radici nei Velvet Underground e The Doors, unita al punk fece scuola nelle band successive. La New Wave si basò proprio sulla loro musica gelida e astratta, figlia dei Kraftwerk, Can, Neu!, del periodo berlinese di Bowie.
I testi di Curtis, funerei e introspettivi, tra sfiducia verso il mondo e solitudine, sono il manifesto di un artista che non voleva far finta di sorridere. Molte le ipotesi che l’hanno portato al suicidio: depressione causata dalla sua malattia, o dalle droghe che prendeva per curarla, la rovina del matrimonio, la preoccupazione del tour Americano.
Quella sera comunque del 2 maggio a Birmingham i Joy Division esordirono con Ceremony, segnata nel foglio della scaletta come “new one”, poi registrata dai New Order. Le registrazioni del concerto si trovano nell’album Still.
Durante la lettura si consiglia l'ascolto del brano:" Words Can Hurt - Kaitlyn Oliveira" Le parole sono finestre (oppure muri). Marshall B. Rosenberg Le lingue antiche vengono chiamate "lingue morte", poiché senza nessuno che le parli nel quotidiano non subiscono cambiamenti e restano invariate al passare dei secoli. Perciò risulterebbe anomalo che l'italiano sopravviva alla serie di sfortunati eventi che costituiscono il nostro presente rimanendo invariato. Vera Gheno, sociolinguista, saggista […]
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