Durante la lettura si consiglia l’ascolto del brano: Sweet dreams – Eurythmics
È il 1946, la guerra è finita e il mondo brama pace e equilibrio. Questa ricerca viene ben presto interrotta dallo scoppio della prima bomba atomica nell’atollo delle isole Bikini per testare gli effetti dell’atomica sulle navi militari. Alla prima ne segue una seconda, ma di un’altra categoria…
Sempre nello stesso anno a Parigi Louis Réard, ingegnere automobilistico, lancia sul mercato una vera e propria “bomba anatomica“: il costume a due pezzi o bikini ispirato all’evento storico che ha avuto un effetto esplosivo sulla società. L’ormai imprenditore è stato ispirato dal business della lingerie della madre nel 1940, dalle donne che in spiaggia ripiegano i bordi del costume per abbronzarsi di più e, soprattutto, dallo stilista Jacques Heim che ha appena ideato un costume da bagno definito:
“Il costume da bagno più piccolo del mondo”.
Réard, deciso ad affermare il proprio successo e a lasciare la società a bocca aperta, diventa ancora più audace, dando vita ad un costume più piccolo del costume più piccolo del mondo. Le testate giornalistiche impazziscono consumando fogli e inchiostro davanti alle macchine da scrivere. L’ingegnere è riuscito nel suo intento, ha sbalordito, stupefatto e sorpreso l’opinione pubblica.
In realtà però, nonostante questo capo abbia attirato l’attenzione di molti, incontra innumerevoli ostacoli. Diverse donne sono restie nell’indossarlo perché ritengono sia indecente una signora che va in spiaggia mezza nuda (la più agguerrita di tutte è Coco Chanel) e pertanto lo stilista è costretto ad ingaggiare una spogliarellista del casino di Parigi, Michelle Bernardini, per sponsorizzarlo. Il bikini viene definito “immorale” dal Vaticano e proibito in Spagna, Portogallo, Italia e Stati Uniti fino al 1859. Le cose cambiano quando personaggi pubblici come Brigitte Bardot in “Dio creò la donna” o Ursula Andress in “007- Licenza di uccidere”, cominciano ad indossarli. Questo evento segna la crescita esponenziale del costume a due pezzi soprattutto nel cinema e in televisione, diventando simbolo della pop culture e della rivoluzione sessuale negli anni Sessanta.
Rèard temeva che l’evento dell’atollo avrebbe eclissato la sua trovata, ma la storia ha testimoniato il contrario e oggi il bikini continua ad essere all’ordine del giorno nelle spiagge di tutto il mondo nonostante le infinite evoluzioni che ha subito il mercato della moda.
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