Il giorno 1 Marzo 2017 è stata votata all’unanimità all’interno della Camera dei Deputati una legge molto importante, quella che istituiva e riconosceva il 21 Marzo come Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
Quest’anno, replicando la tradizione degli ultimi 21 che hanno preceduto il 2019, la piazza principale della manifestazione è quella di Padova, mentre il tema centrale dell’intera commemorazione è il “Passaggio a Nord Est, orizzonti di giustizia sociale“, argomento oggetto di riflessioni ed approfondimenti subito dopo la lettura dei 1000 nomi dei caduti per mano delle mafie.
Qualcuno potrebbe dire: “Certo, è giusto rivolgere un pensiero alle migliaia di vittime della malavita che avvelena il nostro Paese, che ha spezzato tante vite innocenti per il proprio accrescimento, arrivando a fagocitare intere comunità in una morsa di paura e omertà; ma io, cosa posso farci? Che cosa renderebbe così speciale questa ricorrenza?“
Il Male ha tanti volti.
Il Male non è solo un atto che va a ledere il benessere fisico o psicologico di un individuo, ma è qualcosa di impalpabile, di così sottile da riuscire a insinuarsi nelle più insospettabili coscienze: esso si annida anche in chi volta la testa dall’altra parte e lascia che sia qualcun altro, forse, se tante volte c’è, ad esporsi in prima persona e a far sentire la propria voce, a denunciare una situazione opprimente e ingiusta. Ebbene, l’omertà è un’altra forma – forse più nascosta, ma inconfondibile – del Male.
Con la giornata di oggi, le persone vengono chiamate a raccolta nelle piazze per ascoltare i mille nomi pronunciati ad alta voce di persone come quelle che sono lì in piedi, mentre respirano il profumo della primavera, pensano a cosa prepareranno da mangiare ai loro bambini, o magari al lavoro da portare a termine. Solo che gli individui chiamati all’appello non ci sono più.
Richiamando a noi ancora una volta il ricordo di quelle persone scomparse ingiustamente, si ricostruisce un messaggio vecchio come il mondo; il nostro dovere di oggi, affinché tutti quei sacrifici non siano stati vani, è quello interiorizzarlo ed applicarlo sempre: l’unione fa la forza, il silenzio erige muri e, poiché i muri dividono, isolati siamo più vulnerabili. Il monito di oggi vuole invitare noi tutti a tornare una comunità corresponsabile e solidale, anche in onore di chi ha combattuto credendo in questi forti ideali.
Quante altre persone dovranno andarsene da soliste prima che un coro di voci arrivi a far sentire la propria voce, sovrastando i bisbigli di questa forza malavitosa ancora troppo persistente in Italia e nel mondo?
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