Era l’11 Gennaio 1999 quando se ne andava uno dei più grandi cantautori italiani: Fabrizio de Andrè. L’artista genovese si spense a soli 59 anni, lasciando un vuoto nel panorama musicale italiano e nel cuore di chi ha amato le sue canzoni.
De Andrè era un genio ribelle, a cui stavano strette convenzioni ed istituzioni, e proprio nella musica faceva emergere tutta questa sua voglia di evasione e rottura. Era solito raccontare storie di vita di persone emarginate, rilegate ai limiti della società, i cosiddetti ‘ultimi’.
Questa sua tendenza si sviluppò soprattutto dopo gli anni ’60, quando lasciò gli studi ed andò a vivere con una prostituta frequentando le persone più umili, con grandissimo disappunto da parte della famiglia.
Da quello stile di vita e dal suo infinito amore per la letteratura, sono nati così i suoi testi, ispirati ai romanzi di Bakunin, Proust e Dostoevskij, che lo hanno portato ad essere una voce fuori dal coro, già allora e per sempre.
A 20 anni dalla sua dipartita possiamo affermare convinti che il Faber è ancora tra noi, ed incanta anche le generazioni nate dopo la sua morte. Qui sotto potete vederlo mentre si esibisce con uno dei suoi pezzi più celebri: il Pescatore
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