Il “computer”: questo era il soprannome attribuito a Niki Lauda, il pilota della Formula Uno che si è spento ad inizio settimana in una clinica svizzera all’età di settant’anni.
Oltre ad essere stato tre volte campione del mondo, prima con la Ferrari e successivamente con la McLaren, Lauda è ricordato per il tragico incidente in cui rimase coinvolto nel 1976 sul circuito Nürburgring, dove riportò gravi ustioni che lo avrebbero segnato indelebilmente. Pur avendo rischiato la vita in pista, la sua passione per le corse è stata talmente forte da averlo spinto a tornare a gareggiare dopo solo ventidue giorni dall’incidente, dichiarando di preferire il suo piede destro a un bel viso.
Niki è stato un combattente sia dentro che fuori pista, ha dovuto affrontare molte prove nella sua vita, a partire dal suo ruolo di campione che al tempo ha conteso con il suo acerrimo rivale James Hunt, e in seguito i suoi problemi di salute.
Tirando le somme, Niki Lauda ha vissuto una vita piena, caratterizzata da periodi floridi e da altri bui, ma ha saputo sempre rialzarsi ed affrontare le sfide a cui la vita lo ha sottoposto. Come diceva lui stesso:
Non basta essere veloci per essere campioni, bisogna crederci.
Niki Lauda
Di Silvia Orani
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