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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “I’ve had enough” – The Who
Sono trascorsi quasi cinquant’anni. Era il 19 ottobre 1973 ed usciva Quadrophenia, il sesto album in studio dello storico gruppo rock inglese The Who.
Un disco travolgente, che ti rincorre, che ti incalza, che cavalca velocissimo e che raggiunge immediatamente le vette sia nella UK Albums Chart che nella Billboard Pop Albums, la classifica stilata dall’omonima rivista statunitense.
A quei tempi si registrava in archi temporali che potevano essere brevissimi o lunghissimi. L’album venne realizzato fra il mese di maggio del 1972 ed il giugno del 1973, agli Olympic Studios e Ramport Studios di Londra ed è qualcosa di incredibilmente trascinante.
Torniamo indietro nel tempo. Siamo negli anni sessanta e Londra è come sempre spugna di vere e proprie “mareggiate” artistiche e culturali, di nuove ondate di pensiero, di stati d’animo latenti o galoppanti, a seconda dell’impeto e del caso. Nasce una corrente di subcultura giovanile chiamata Modernism, abbreviata in Mod che, negli anni settanta, tornerà in voga con prepotenza portandosi appresso tutto il carico emotivo di una gioventù in piena tensione evolutiva.
Il logo identificativo di questo movimento è una sorta di “bersaglio” stilizzato basato sul simbolo della Royal Air Force (l’aeronautica militare del Regno Unito), spesso presente sui giacconi Parka indossati dai ragazzi stessi. E non vi ricorda proprio nulla questo simbolo?
Nell’album si raccontano proprio le vicissitudini di Jimmy, un ragazzo mod. Potremmo definire il disco un’opera rock tanto quanto un concept album poiché gira proprio intorno agli stati d’animo del ragazzo, ai suoi sbalzi umorali e alla sua ricerca di autostima che diventano uno spaccato della società inglese di quegli anni.
Quadrophenia è l’unico album degli Who interamente composto dal solo Pete Townshend. Il titolo gioca intorno alla variazione lessicale del termine “schizofrenia” utilizzato nell’accezione di disturbo dissociativo dell’identità, in modo da riflettere le quattro distinte personalità di Jimmy. Allo stesso tempo, rappresenta, però, anche la personalità di ciascun membro degli Who. Le tracce si alternano con grande energia e preambolo di tutto è la splendida I’m the sea. Evocativa, che ci porta sulla spiaggia, pronti ad intraprendere il viaggio.
Nel 1979, a seguito dell’uscita dell’omonimo film, viene pubblicata la colonna sonora che contiene dieci dei diciassette brani del disco originale, con l’aggiunta di tre canzoni degli Who non comprese nell’album del 1973: Four Faces, Get Out and Stay Out e Joker James.
Il 15 novembre 2011, da un’idea di Pete Townshend, che ha definito Quadrophenia “l’ultimo grande album degli Who”, viene pubblicata l’edizione Quadrophenia: The Director’s Cut, contenente i brani dell’edizione originale ed i loro demo.
Ma basta con le chiacchiere, godiamocelo insieme, che è sempre la cosa migliore. Lasciamo parlare la musica!
Written by: Valentina Proietto Scipioni
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