Esattamente 18 anni fa, l’11 settembre 2001, diciannove terroristi di Al Qaeda dirottarono quattro aerei passeggeri contro gli edifici simbolo di New York City, gettando un’intera nazione nel caos e uccidendo quasi tremila persone. Nella mattina di quel tragico martedì New York vide due aerei schiantarsi contro le torri Nord e Sud del World Trade Center e, mentre i due colossi crollavano insieme ad alcuni edifici nelle vicinanze, un terzo aereo di linea venne dirottato contro il Pentagono e il quarto aereo, diretto contro la Casa Bianca a Washington, si schiantò in un campo in Pennsylvania. Le vittime furono per la maggior parte civili e di varie nazionalità, motivo per cui l’episodio non fu un grave lutto solo per gli Stati Uniti d’America, ma per altri settanta paesi che non esitarono a unirsi all’ondata di solidarietà mobilitatasi in soccorso delle famiglie di New York e del governo americano.
La risposta statunitense fu molto dura: fu dichiarata la “guerra al terrorismo” e fu attaccato l’Afghanistan controllato dai talebani, accusati di aver volontariamente ospitato i terroristi. Le borse rimasero chiuse quasi per una settimana, registrando enormi perdite subito dopo la riapertura, e l’economia della Lower Manhattan si fermò per via della distruzione di imponenti uffici. Dunque le conseguenze si estesero a livello globale, sia da un punto di vista geografico che economico, politico e culturale, continuando tutt’oggi a sortire effetti, anche a distanza di 18 anni.
Dopo gli attentati, nei luoghi colpiti dalla strage furono eretti diversi monumenti in memoria dei caduti e fu ricostruito il sito del World Trade Center: vennero istallate due fontane che ricalcano le fondamenta delle due torri, eretto il 9/11 Memorial Museum e costruito un nuovo grande grattacielo, il One World Trade Center, alto 541 metri. Ogni anno si volgono cerimonie commemorative, ed anche quest’anno ci sarà il Tribute in Light, il tributo con due fasci di luce proiettati dal tramonto all’alba del 12 settembre verso il cielo, che riprodurranno la forma delle Twin Towers. In più, durante la tradizionale lettura dei nomi della celebrazione, sei monoliti verranno dedicati a tutti coloro che sono morti a causa dell’esposizione alle sostanze tossiche delle macerie del Ground Zero. I monoliti porteranno la scritta: “A coloro le cui azioni nei tempi di bisogno portarono a malattie, ferite e morti”.
Infatti, dopo 18 anni, oltre a proseguire le analisi per l’identificazione di centinaia di vittime, continua anche ad aumentare il numero dei morti tra vigili del fuoco e agenti di polizia, tanto che dall’ultimo anniversario sono deceduti altri 22 vigili del fuoco a causa di malattie legate all’attentato: si tratta di una questione di sanità pubblica che da anni preoccupa gli studiosi. Secondo le ultime ricerche condotte su campioni di sangue delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco coinvolti, i primi ad essere arrivati sul luogo della disgrazia hanno il 44% di probabilità in più di sviluppare malattie cardiovascolari rispetto agli altri e coloro che hanno lavorato sul posto per sei mesi hanno avuto il 30% in più di rischio di attacchi di cuore o ictus.
Ogni anno la già impressionante lista delle perdite subite dai vigili del fuoco continua ad allungarsi a causa di malattie che costano la vita a coloro che coraggiosamente e con dedizione hanno servito la nostra città.
Daniel A. Nigro, Commissario dei vigili del fuoco
Nel 2001 è stato creato Il fondo di indennizzo per le vittime (Vcf), che ha operato fino al 2004 con l’obiettivo di risarcire per le malattie e le morti legate all’11 settembre: ad oggi sono stati distribuiti circa cinque miliardi e 500 milioni di dollari. Dopo diversi tentativi di introdurre leggi a favore dei soccorritori dell’attentato, nel 2011 l’allora presidente Barack Obama riattivò il Vcf e assicurò fondi fino al 2020. Quest’estate il fondo ha rischiato di sopperire all’esaurirsi delle risorse ma, dopo la battaglia da parte del comico Jon Stewart, lo scorso 29 luglio il presidente Donald Trump ha firmato la legge “The Never Forget the Heroes”, estendendo i fondi a disposizione del Vcf fino al 2090 e stanziando oltre dieci miliardi di dollari.
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