La primavera è alle porte, e un timido sole incomincia a fare capolino e a ricordarci della sua irrinunciabile presenza: siete a conoscenza degli effetti dei raggi solari sul corpo e sulla mente?
Eccone alcuni:
A livello cutaneo il sole permette la melanogenesi, ovvero la produzione di melanina, causa dell’abbronzatura.
Sotto ai raggi solari, come sistema di difesa della pelle, si sviluppa la ipercheratosi epidermica, un ispessimento dello strato corneo della pelle, legato al ricambio delle cellule che producono cheratina.
Il sole può essere anche un ottimo disinfettante, infatti sembra migliorare l’acne causata dal batterio Propionibacterium acnes presente nel sebo degli adolescenti.
Se siete indecisi sull’acquistare o meno un integratore di Vitamina D… Non fatelo, ma esponetevi regolarmente al sole per 15 minuti: attraverso il precursore deidrocolesterolo, verrà sintetizzata la Vitamina D nella pelle, la quale viene accumulata nell’organismo come riserva per i mesi invernali.
Essa favorisce infatti l’assorbimento di Calcio e Fosforo, necessari per la crescita delle ossa e la prevenzione dell’osteoporosi.
Inoltre, il sole innesca un meccanismo che porta alla produzione di sostanze chiamate catelicidine, degli antibiotici naturali intracellulari che distruggono i batteri, proteggendo così il sistema immunitario.
Il sole è anche un abile nemico della depressione poiché stimola la produzione di serotonina. I Paesi che godono di più di luce, non a caso, hanno un’incidenza inferiore della depressione.
Se vi piace sdraiarvi sul lettino a prendere sole è più che normale, perché l’esposizione solare produce nella pelle endocannabinoidi, che aumentano la sensazione di piacere e benessere.
Essa stimola anche la secrezione di melatonina, una sostanza che regolarizza il sonno e che avrebbe un’azione protettiva nei confronti dei tumori.
Infine, recenti studi indicano come il sole stimoli la produzione dell’ossido nitrico, che riduce i processi ossidativi e infiammatori che danneggiano i vasi sanguigni, proteggendoci dal rischio di infarto cardiaco e ictus cerebrale.
Attenzione però: un’esposizione prolungata può avere dei rischi:
– aumenta l’incidenza di eritemi e di tumori alla pelle;
– aumenta la vasodilatazione e accelera il processo di invecchiamento cutaneo, con perdita di elasticità e idratazione.
Per tali ragioni è bene utilizzare sempre un’adeguata protezione solare (va però ricordato che la crema 50+ non permette la produzione di vitamina D) e tenere idratata la pelle!
Una piccola curiosità conclusiva:
Le radiazioni UVB non penetrano il vetro, per cui l’esposizione al sole tramite una finestra non è funzionale alla sintesi della vitamina D!
Adesso che sapete tutto in materia di sole e abbronzature, siete pronti al grande ritorno della bella stagione?
Di Andrea Valitutti.
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