Come ogni anno, il 12 Febbraio si ricorda il padre della teoria dell’evoluzionismo Charles Darwin, l’uomo che attraverso l’appassionata e caparbia osservazione scientifica della miriade di specie animali e vegetali che popolano la nostra Terra oggi, è arrivato a comprendere una delle più grandi verità di sempre: ogni creatura è stata, è e sarà frutto di un processo evolutivo senza eguali, in cui concorrono moltissimi fattori, a partire dalla legge del più forte.
Oggi, peraltro, cadono i 160 anni dalla pubblicazione dell’opera più preziosa dello scienziato britannico, la sua “Origine della specie“.
Ma perché proprio e ancora in questa giornata, a distanza di tanti anni, festeggiamo la figura di un personaggio storico come Darwin?
Innanzitutto, bisogna sapere che la scelta della giornata risale al lontano 19 Aprile del 1882, quando Inghilterra e Stati Uniti decisero di dedicare il giorno della nascita dello scienziato, anziché quella della dipartita, alla sua memoria.
L’iniziativa, inizialmente circoscritta a queste due nazioni, è poi diventata una tradizione mondiale molto sentita soprattutto dalla comunità scientifica, non solo per il giusto tributo ad una figura inizialmente derisa e aspramente criticata da molti scettici o ferventi credenti che non ritenevano possibile conciliare creazionismo ed evoluzionismo, ma anche per il messaggio simbolico di cui il Darwin Day si fa portavoce: mai smettere di essere curiosi, di porsi domande, di far sentire la propria voce anche quando va controcorrente.
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