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Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Abiura di Me” – Caparezza
I videogiochi esistono ormai da tanto tempo e hanno raggiunto standard qualitativi inimmaginabili. Trame complesse e mature, grafica iperrealistica e spaccamascelle, i videogiochi fanno ormai parte della nostra vita. Ma qual è la differenza tra un gioco che tutti, anche chi non è ferratissimo in materia, conosce, e uno che invece è apprezzato da una ristretta cerchia di appassionati? La qualità? Nì (parola a metà tra no e sì, per chi non lo sapesse). Di certo la qualità c’è, ma parliamo in questo caso di giochi che sono riusciti a fare a scalpore, o che sono diventate delle vere e proprie pietre miliari. Questo è il 10+1 sui videogiochi che ormai tutti conoscono.
Un idraulico italiano deve salvare la sua principessa. Quello che sembra l’incipit di un film porno è anche l’incipit di uno dei giochi più amati di sempre. Mario è un idraulico che veste rosso e ha dei grandi baffoni e deve sconfiggere una miriade di creature strambe per salvare la principessa Peach, rapita dal dragone Bowser. Il bello dei videogiochi di una volta è che non dovevano avere senso per essere godibili. Perché un idraulico conosce una principessa? Perché il mondo di Super Mario è abitato da creature così strambe? Sarà forse a causa dei funghi che prende per “diventare più forte”? Probabile, ma comunque chissenefrega, è bello così. Ma soprattutto, perché Luigi era così sfigato?
Con gli amici Tekken diventava una gara a chi conosceva meno i comandi. A vincere era invece quello più bravo a premerli a casaccio. Ma poi il trucco era prendersi Eddy Gordo, quello che faceva capoeira, e la vittoria era assicurata.
Non ci ho mai giocato, ma l’ho visto giocato molte volte. Parliamo di un simulatore di vita, in cui ti creavi il tuo personaggio e potevi fare varie cose come comprarti una casa o avere una relazione o fare dei figli o quello che vi pareva a voi. Quello che so è che ho visto accadere le cose più assurde in quel gioco: figli che prendono fuoco, fuoco che prende fuoco, gente che scompare nei muri, insomma, c’erano tutti gli ingredienti per un grande videogioco.
Uno dei giochi più semplici e divertenti a cui abbia mai giocato. Una navicella spara agli alieni, fine.
Qui invece abbiamo una sfera gialla rinchiusa in un labirinto il cui scopo è mangiare senza farsi prendere da dei fantasmi. Un classico.
Ci ho buttato le ore sui pokemon, ma non mi pento di nulla. Catturare e addestrare mostriciattoli era il mio destino.
Ahhhh, le partite con gli amici, il tempo passato ad ammazzare la gente. È incredibile come il 90% dei videogiochi sia incentrato sull’uccidere qualcuno, una delle cose più illegali del mondo per chi non lo sapesse, ma Call of Duty era uno di quelli più divertenti.
Tutti lo conoscono. Io non ci ho mai giocato e comunque lo odio. È ovunque.
Un altro dei giochi abbastanza recenti ma di cui tutti hanno sentito parlare. Assassin’s Creed aveva tanti elementi interessanti, ma uno su tutti era l’accuratezza dell’ambientazione storica, che variava di capitolo in capitolo. Una ricostruzione molto dettagliata. Poi vabbè, ci stavamo Machiavelli e Leonardo da Vinci che erano amiconi del protagonista, però ci sta, fa parte della trama, anzi, era interessante vedere figure storiche così solenni viste sotto una luce diversa.
Il gioco che veniva giocato per passare la pandemia. Uscito nel 2018 ma diventato famoso solo due anni dopo. Una sorta di Lupus in fabula, con la differenza che non ci si poteva menare perché stavamo tutti a distanza.
+1. PINBALL
Quello del computer, che ci si giocava quando non c’era la connessione.
Ok, metto subito le mani avanti. Lo so, mi sono scordato di altri giochi, ma non li potevo certo inserire tutti. Detto questo vi dico, rimanete in casa e giocate ai videogiochi che tanto tra zona rossa/blu/viola ancora non si capisce fino a quanti chilometri mi posso allontanare da casa.
Written by: Tommaso Natale
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