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Insultare la gente è bello. Inutile fare gli ipocriti e dire che insultare è da maleducati. L’insulto è un’arte, la capacità di abbattere il proprio avversario verbalmente. Quella dell’invettiva è una pratica tramandata sin dall’antichità. Ipponatte, tra i massimi esponenti della poesia giambica, inventore del verso scazonte, tutte cose che adesso non mi va di spiegare e che servono solo a dare un tono al curriculum di questo poeta, con i suoi versi avrebbe portato al suicidio uno scultore che aveva avuto l’ardire di ritrarlo in maniera non proprio gradevole (Ipponatte era comunque indubbiamente brutto).
Andando avanti nel tempo troviamo Schopenhauer, che sull’insulto ha scritto un libro: L’arte di insultare. Quindi vedete, l’insulto è sintomo di creatività, qualora riesca ad ottenere una reazione desiderata. Ovviamente non bisogna insultare gratis, questo lo sappiamo tutti, ma lasciarsi andare al turpiloquio ogni tanto fa bene. Oggi, in questo 10+1, vedremo alcuni insulti datati, ora poco usati, ma che hanno comunque arricchito la storia di questa pratica.
Sinonimo di “pirata”, veniva usato per indicare un imbroglione, una persona furba, ma in senso negativo.
Probabilmente si pensa sia una crasi tra gagliardo e goffo, sta comunque ad indicare una persona incapace, o ignorante.
Sciatto, trasandato, sia nel vestire che nel lavoro che svolge.
Ecco, insulto tipicamente medievale, dal lirismo oserei dire commovente.
Usato principalmente in risposta alla numero 4.
Insulto usato dai Romani, che riprendevano il nome di uno dei popoli italici con cui furono in guerra (uno dei tanti). Veniva usato per indicare una persona rozza.
Una delle parolacce scritte più vecchie della storia. La si trova scritta nella Basilica di San Clemente in Laterano. Il significato è deducibile anche senza traduzione.
Una persona violenta. Negli eserciti medievali venivano chiamati così tutti questi soldati che andavano a saccheggiare al seguito dei cavalieri o a cui era affidato il compito di dare inizio alla battaglia.
Sinonimo di imbroglione. È l’unione delle parole lesto e fante, quest’ultimo con l’accezione di servo.
Dicasi di una persona fannullona.
+1. LA MANO A CUCCHIARA
Ok, non è un insulto, ma è un rafforzativo di esso. La mano a cucchiara, in italiano a cucchiaio, è un tipico gesto romano che consiste nel portare la mano, leggermente piegata, accanto alla bocca, nel momento in cui le parole stanno uscendo.
Qua abbiamo finito, mi raccomando, siate creativi, usateli con parsimonia e se dopo l’insulto il vostro avversario ancora non ha capito, menategli. Non lo dico io, lo diceva Schopenahuer (sul serio).
Written by: Tommaso Natale
Tempo di lettura: 4 min
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