Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Oye Como Va?” – Santana
Parte da oggi questa nuova rubrica chiamata 10+1 che vi farà compagnia ogni lunedi e venerdi. Uno spazio divertente, frizzante e curioso che si occupa di stilare un elenco di dieci -undici?- cose riguardanti un determinato argomento, che possa essere le meraviglie del mondo o i rubinetti più economici da comprare all’Ikea.
Direi di cominciare, che è meglio.
“Come va?” Domanda insidiosa, posta con nonchalance dai più, ma che mette nel panico le persone che poi si devono prendere la briga di rispondere. E come rispondere? Sarebbe bello saperlo. Per vostra fortuna oggi parliamo proprio di questo, di cosa rispondere a questa domanda.
1. “Tutto bene”
Un evergreen, o sempreverde per i puristi. La risposta più comune, la più semplice. Magari ti sei rotto una gamba, il pollo in forno si è carbonizzato e tutto questo dopo un duro turno di sedici ore in miniera. Nonostante ciò va “tutto bene”. Non in parte, non un po’, proprio tutto. Spesso è una risposta che va bene per sviare subito il discorso. E’ utile di persona, quando si va di fretta. Un vecchio compagno delle elementari ti riconosce e ti ferma. Proprio lui, il premio Nobel della 2°C che nella recita di fine anno interpretava l’asse del pavimento. Ti chiede come stai: “Tutto bene”.
2. “Tutto bene, grazie”
Come sopra, con l’unica differenza che i vostri genitori vi hanno insegnato le buone maniere.
3. “Si tira avanti”
Eccolo, l’uomo di cui parlano le leggende, quello che non si ferma davanti a niente. Hai visto troppe cose nella tua movimentata vita. Ti buttano a terra e ti rialzi. Tiri avanti, nonostante tu abbia tutti contro. Usare un’espressione del genere ti fa sembrare un vero figo, oppure uno che si vuole dare delle arie.
4. “Meh”
Più un verso che una parola, scaturito dai meandri del tuo animo per rappresentare la totale indifferenza. Il tuo umore è una linea di confine tra non si sa bene cosa. Non hai caldo e non hai freddo. Non sei felice e non sei triste. Le cose potrebbero andare meglio come potrebbero andare peggio. Un’espressione del genere è un’arma a doppio taglio: da una parte può mandare in confusione il tuo interlocutore, talmente confuso da lasciar perdere il discorso, dall’altra la confusione dell’individuo può portare a fare più domande, che è esattamente ciò che vuoi evitare. Ti consiglio di usarla tenendo bene in mente il tipo di persona che hai davanti.
5. “Non mi lamento”
La versione parlata del “meh”, con qualche piccola differenza. Sei stato tre giorni chiuso in casa a non fare nulla. Nel mentre non ti hanno sparato o derubato, il che è buono. In un certo senso il “non lamentarsi” ti da quell’aria da persona che vive la vita passivamente, godendosi i piccoli piaceri quotidiani, in attesa di qualcosa. Sei un saggio, un eremita… o uno scansafatiche.
6. “Affari miei”
L’uomo d’affari, il lupo di Wolf Street. I tuoi affari sono solo tuoi e di nessun altro. Ce l’hai sempre fatta da solo, senza l’aiuto di nessuno. E’ un espressione che grida “Sono troppo in gamba per parlare con te, ma in realtà non lo sono e l’ho detto solo per attirare la tua attenzione e sembrare un tipo tosto” da tutti i pori. Usatela se ve lo potete permettere, possibilmente con persone che non si meritano di sapere i fatti tuoi.
7. “Te lo dico se mi dai cinque euro”
Non trattabili.
8. “Non dico niente senza il mio avvocato”
Non hai mai aperto un libro di educazione civica ma conosci i tuoi diritti. Cerchi di studiare una strategia con una persona che con le parole ci campa, perché non sei una spia. Fidati del tuo avvocato, lui conosce la strada migliore.
9. “Discretamente”
Sei colto e non hai paura di darlo a vedere. Il “discretamente” indica che le cose vanno più bene che male. Non sei diventato imperatore del Sacro Romano Impero, quanto più che, per una volta, hai avuto la possibilità di decidere il film da guardare con gli amici.
10. “Tutto bene tu?”
Chiudiamo l’elenco ricollegandoci ai punti 1 e 2, questa volta con un colpo di scena: sembri interessato a sapere come sta il tuo interlocutore. Quest’ultimo, lungo tutta la classifica, aveva assunto la forma della macchietta o del nemico, ma mai nessuno si era interessato a sapere come stesse. Forse neanche ti importa, ma senti il dovere di ricambiare il favore, e la persona dall’altra parte potrebbe persino apprezzare il gesto. Spera solo che non abbia letto quest’elenco.
+1 “Sincerità”
Al contrario delle altre non è una frase fatta. Potresti realmente prendere in considerazione l’idea di essere sincero, aprirti, parlare dei tuoi problemi, perché forse la persona dall’altra parte ti ha chiesto come stavi proprio per questo, per sapere come stavi. Però insomma, capisco che sia la scelta più banale.
Queste erano dieci più una possibili risposte da dare. Ovviamente il consiglio che vi do io è di essere creativi, giocare con la lingua italiana, inventarsi risposte sempre più bizzarre, per stancare il nemico e mandarlo al tappeto. Si scherza, siate sempre cordiali, ma non troppo.
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