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Giuseppe Patota: Le parole giuste

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Parole parole” – Mina

Parole, parole, parole…

Quante ne pronunciamo ogni giorno per esprimere tutto quello che abbiamo nel cervello? 

Vi siete mai soffermati a riflettere sulla loro origine? – oh scusi Professor Patota, volevamo dire “etimologia”-. 

L’incontro con Giuseppe Patota ci ha offerto la possibilità di farlo e scoprire il mondo della linguistica, ricordando il celebre Luca Serianni, uno dei più grandi linguisti e studiosi di letteratura italiana, venuto a mancare proprio di recente.   

Serianni

Luca Serianni

Anche se, dovremmo ringraziare in primis Lucia Caserio e Mariaelena Prinzi, professoresse del Liceo Kennedy di Roma, senza le quali non sarebbe stato possibile l’incontro con Giuseppe Patota, Professore di Linguistica italiana presso l’Università di Siena, Accademico della Crusca e Codirettore di una nuova edizione del Vocabolario Treccani.

Il braccio di uno dei membri del YCB; Valentina, speaker di VBR; ed il professor Giuseppe Patota

Il braccio di uno dei membri del YCB; Valentina, speaker di VBR; ed il professor Giuseppe Patota

L’archeologo della lingua 

In diretta dagli studi di voicebookradio.com, Patota ha risposto a varie domande che noi del YCB non vedevamo l’ora di porre. 

La piccola Laura ha aperto le danze: Chi è il linguista? 

Insomma, una domanda più che lecita e sensata, considerando che, per noi ragazzi, il linguista è una figura mitologica a cui non associamo una vera e propria funzione

È estremamente raro sentire un quindicenne affermare di voler diventare un linguista…

Al contrario, questa Professione ha un ruolo cruciale nell’evoluzione della lingua, e quindi della cultura italiana. 

“Il linguista racconta la lingua italiana. Ne ricostruisce la storia dalle sue radici più remote fino ai nostri giorni.”
-Giuseppe Patota

Immaginate di mettervi a tavolino e scoprire la storia di parole come: sicofante, ambaradan, o magari, dello stesso termine “parola”.

Sì, perché dietro semplici parole, si nasconde un mondo tutto da scoprire.

Parole che vanno, parole che vengono

Come ha spiegato il Professore Patota durante l’incontro, l’italiano è da sempre una lingua ricca di prestiti linguistici arabi, francesi e spagnoli.

Ed è in continua evoluzione, poiché costantemente influenzata linguisticamente.

Ma influenzata da cosa? 

Ad arricchire la lingua ci sono: i neologismi, i prestiti di necessità e i prestiti di lusso.

Chissà cosa succede alle parole che non usiamo più. 

Alcune diventano arcaismi, quindi finiscono nel dimenticatoio linguistico, altre invece si trasformano in quelle che Luca Serianni ha definito “parole ingiallite”, che non possiamo definire completamente fuori uso perché utilizzate comunque, anche se di rado.

Il problema del neutro

L’italiano è una lingua flessiva, ovvero declina per genere gli articoli, i sostantivi, gli aggettivi, i pronomi e così via. 

Questa caratteristica rende molto difficile parlare in modo neutro rispetto al genere dell’oggetto del discorso.

Al giorno d’oggi si discute, infatti, di un italiano inclusivo, che permetta di evitare discriminazioni nei confronti di numerose persone. 

Secondo il Professore è un’esigenza assolutamente giusta, ma difficile da soddisfare.

“Non è una questione di lingua quanto una questione di stile ed eleganza civile.”
-Giuseppe Patota

Quando, ad esempio, ci si riferisce ad un gruppo di persone, per dare l’idea di totalità, si eviti di usare “uomini” e si prediliga l’utilizzo di termini neutri come “persone” od “umanità”.

Fondamentale l’estirpazione dai manuali della grammatica italiana, e non solo, di tutti quegli stereotipi che alimentano la mentalità sessista.

Provate a dare un occhiata ai vostri libri di grammatica e rimarrete scioccati dalla quantità di esempi dove La mamma sta a casa a stirare mentre il papà è in ufficio o legge il giornale.  

Più passione, meno nozione

Spesso a scuola gli alunni sentono, ma non ascoltano

Per quanto questi due verbi possano sembrare sinonimi, in realtà c’è una differenza essenziale.

Ascoltare implica che lo studente sia interessato alla materia. 

Quindi, da dove nascono la noia e il disinteresse? 

Non è possibile che sia sempre e solo colpa dello studente che si distrae spesso, non seguendo le lezioni…

“Trasmettere la passione per una determinata materia conta moltissimo.
Ricordo meglio le frasi e i silenzi delle lezioni del Professor Serianni e dei miei docenti del liceo, rispetto ai libri che ho scritto solo un anno fa”
-Giuseppe Patota 

E sottolinea ancora di più quanto, un docente innamorato della sua materia, possa trasmettere agli studenti, andando oltre il semplice rapporto scolastico ed arrivando a quello umano.

Le Parole di Luca Serianni

Dato che le parole sono in grado di fare ciò, allora ricordare Luca Serianni con una lezione in suo onore, non poteva essere più azzeccato.

Il Libro di Luca Serini di cui parlava a voicebookradio Giuseppe Patota

Ripercorrendo uno dei suoi libri più famosi, ovvero “Parole”, Giuseppe Patota ha raccontato il professor Serianni, tramite le varie esperienze accademiche e non.

Iniziando dalla spiegazione dell’etimologia di “Parola” stessa, per poi proseguire con i suoi vari costrutti, come senza parole, parole in libertà e così via.

Il culmine della lezione è stato raggiunto alla fine, con l’introduzione del concetto di parole inventate che giustificherebbero una valanga di temi svolti in cinque anni di liceo.

Di mattinate come questa, nelle scuole, ne servirebbero a valanghe.
Professoresse, professori, studentesse e studenti potrebbero confrontarsi animosamente sulla lingua che contraddistingue i libri su cui passano -entrambe le categorie- moltissime ore.
Oltre ad essere formativo, didatticamente interessante… quanto sarebbe divertente?

Scritto da: Zahra 5F, Alessandro 5A